Intervento precoce (Early Intervention)

Offriamo un intervento specializzato per bambini nella fascia di età molto piccola (0-3 anni) con o senza diagnosi, in particolare bambini con rischio spettro autistico.

Per questi bambini sono fondamentali interazioni precoci, intensive con l’adulto caregiver e il supporto di un operatore specializzato.

METODO DIR® E SENSORY PROCESSING IN PLAY

Il trattamento intensivo si basa su:

  • Interazioni genitore- bambino tramite coaching di un terapista DIR® esperto
  • Interazioni basate sul modello DIR® e DirFloortime®
  • Setting di gioco sensory integration approach (basato sull’integrazione sensoriale- Sensory Processing in Play!)
  • Feedback session  (analisi video post seduta con revisione degli obiettivi e delle strategie) 
  • 3-5 sedute consecutive o più, di circa 90 minuti/2 ore ciascuna in una settimana (organizzazione variabile in base alle esigenze del bambino e della famiglia)
  • Oppure settimana completa intensiva con sessioni di 90 minuti/2 ore circa ciascuna

 

METODO PACT (Paediatric Autism Communication Therapy)

  • Disponibile presso il Centro da Ottobre 2022 (a breve sarà dedicata una pagina ricca di informazioni solo su questo metodo)
  • Intervento sia domiciliare che in studio mediato dal genitore o caregiver in generale
  • Focus: promuovere le competenze comunicativo sociali , facilitare lo sviluppo delle abilità pre linguistiche che sostengono l’emergere dello sviluppo del linguaggio in un contesto naturalistico e spontaneo.
  • Per ulteriori informazioni su programma e modalità di intervento, contattate: info@centroevoluzionebambino.it

 

Supportiamo il genitore, o il caregiver in generale, nel comprendere quali opportunità sensoriali, sensori motorie e affettive migliorano le competenze comunicativo relazionali del bambino e la sua iniziativa nel gioco. 

Il terapista DIR, esperto nel nostro studio anche in integrazione sensoriale (I come differenze individuali nel processare gli stimoli), è in grado di intercettare le modalità di processamento sensoriale del bambino in quella precisa relazione (durante l’interazione) e in questo modo cerca di aiutarlo nell’esplorazione finalizzata, nel connettersi con l’altro e nel condividere un’esperienza, senza l’uso di rinforzi esterni “classici” o senza doverlo costantemente richiamare perché sa che un bambino che deve essere richiamato è un bambino che non ha raggiunto il giusto stato di arousal, quello stato fisiologico del cervello che ci permette di prestare attenzione, di rimanere “connesso” con l’ambiente e di rispondere allo stress (es. al cambiamento, ad uno stimolo).

In questa fascia di età supportare lo stato di regolazione e di arousal è molto importante perché su questa capacità poggiano le future capacità del bambino quali abilità cognitive, abilità linguistiche, comunicazione intenzionale, abilità accademiche, controllo del comportamento, compliance, comportamento in generale.

Il terapista DIR insieme all’approccio basato sull’integrazione sensoriale è in grado di dare una lettura diversa al comportamento del bambino che viene spesso “mal etichettato” come ad esempio le cosiddette “stereotipie”, che in questa fascia di età precoce, sotto i due-tre anni, potrebbero rappresentare strategie compensative del cervello. Cosa significa? Significa che, molto spesso, difficoltà nella reattività sensoriale e/o nella discriminazione sensoriale e/o nella postura e/o nelle prassie (nel nostro centro ci riferiamo alla classificazione di Lucy J. Miller dei Disturbi di Processamento Sensoriale) portano il bambino, o meglio il suo cervello, ad usare determinate strategie per poter svolgere una funzione come per esempio guardare qualcuno, oppure mantenere il focus attentivo o riuscire a stare seduto e usare le mani per svolgere qualcosa. Pensate al bambino che deve ruotare il capo e guardare a livello periferico (“con la coda dell’occhio”) o che deve muovere un oggetto davanti agli occhi per guardare l’adulto e prestare attenzione: stereotipia o strategia compensativa? E’ importante per noi trattare queste funzioni dal basso, bottom up, dalla causa, per non creare effetti a catena. Agire presto e in ottica “sensory integration” e relazionale (una funzione emerge nella relazione e in essa si organizza) dà l’opportunità al cervello di riorganizzarsi e alcune strategie compensative possono ridursi.

Tuttavia le variabili in campo sono molte e possono essere difficili da misurare.

Ad oggi abbiamo un sacco di materiale e molti studi centrati sul movimento, sul suo sviluppo e su come una sua piccola deviazione possa impattare sugli altri domini di sviluppo . Postura, organizzazione del movimento risultano al centro dello sviluppo e soprattutto al centro dell’intervento nei disturbi dello spettro autistico per cui dovrebbe essere priorità di intervento il sistema motorio, il suo sviluppo in relazione alla comunicazione, allo sviluppo dei gesti, del linguaggio, dell’attenzione, della regolazione. Con movimento intendiamo il sistema vestibolare e tutte le sue vaste influenze.

Vi lascio il link dell’intervista che la mia collega Serena Suman ha potuto fare alla nostra collaboratrice americana Kim Barthel, terapista occupazionale che si dedica molto a questo aspetto, all’importanza del movimento e del sistema vestibolare nei disturbi dello spettro autistico e nello sviluppo in generale del bambino.

Buon ascolto e buona visione!

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