21 Dicembre 2017

ENTEROCEZIONE: L’OTTAVO SENSO

Il sistema sensoriale rappresenta la parte del Sistema Nervoso responsabile della processazione degli stimoli sensoriali. È costituito da recettori, vie neuronali e aree cerebrali coinvolte nell’organizzazione degli stimoli sensoriali.

Si possono distinguere otto sistemi sensoriali, dei quali cinque sono i più conosciuti:

  • VISIVO
  • OLFATTIVO
  • TATTILE
  • UDITIVO
  • GUSTATIVO

A questi si aggiungono due sistemi di importanza fondamentale ( esaminati nei precedenti articoli):

  • VESTIBOLARE
  • PROPRIOCETTIVO

Infine, l’ottavo e il meno conosciuto fra tutti i sensi, è lENTEROCEZIONE: il sistema sensoriale che ci permette di capire e sentire cosa accade all’ INTERNO del nostro corpo.

Analogamente agli altri sistemi sensoriali, il sistema enterocettivo si avvale di cellule specializzate (recettori), che hanno il compito di raccogliere importanti informazioni sensoriali. Nel caso dell’enterocezione, i recettori sono localizzati nella maggior parte dei tessuti corporei: muscoli, ossa, pelle e organi interni.

L’area cerebrale che riceve la maggior parte delle informazioni riguardanti l’enterocezione è la CORTECCIA INSULARE, o INSULA, che usa le informazioni provenienti da un determinato distretto corporeo, come ad esempio il cuore, la vescica o lo stomaco, trasformando i segnali in entrata in messaggi che noi possiamo identificare a livello conscio. In altre parole, l’Insula processa gli stimoli enterocettivi permettendoci di diventare consapevoli di ciò che sentiamo. Ci consente di rispondere alla domanda: Come mi sento? (Craig 2002).

L’enterocezione ci permette di provare molte sensazioni importanti che per semplicità possiamo distinguere in due categorie principali:

  1. STATI CORPOREI: che comprendono le funzioni corporee basilari o le condizioni fisiche del nostro corpo come fame, sete, stimolo minzionale o evacuativo (bisogno di andare al bagno), dolore, eccitazione sessuale, prurito, solletico, temperatura corporea (sensazione di caldo/freddo), nausea, mal di testa, malessere, tensione muscolare ecc...
  2. STATI EMOTIVI: come rabbia, calma, imbarazzo, felicità, ansietà, tristezza, paura, stanchezza, rilassamento ecc…

 

Difficoltà nell’enterocezione sono state correlate a Disturbi di Integrazione sensoriale, Disturbi d’Ansia, Disturbo da Stress Post-traumatico, obesità, Disturbi della Condotta Alimentare, ADHD, Sindromi dello Spettro Autistico, Depressione, Sindrome di Tourette, dipendenza dall’uso di alcool o droghe, e altre condizioni.

PERCHÈ L’ENTEROCEZIONE È IMPORTANTE?

 

Diversi studi hanno dimostrato che i soggetti con una corteccia insulare che funziona in modo corretto sono maggiormente consapevoli delle sensazioni che si sviluppano all’interno del loro corpo (Critchley et al. 2004). Si parla in questo caso di CONSAPEVOLEZZA ENTEROCETTIVA: ovvero la capacità di percepire chiaramente i segnali provenienti da organi interni, pelle e tessuti e di capirne il significato. Ad esempio, avvertire una sensazione di secchezza nella bocca e nella gola, ci fa capire che abbiamo sete.

L’insula rappresenta il centro cerebrale deputato all’enterocezione.

 

Elevati livelli di Consapevolezza Enterocettiva sono chiaramente legati allo sviluppo di molte importanti abilità, incluse la consapevolezza di sè, l’auto-regolazione, il problem solving, la capacità di prendere decisioni, la flessibilità di pensiero, la consapevolezza sociale, l’empatia e il perspective-taking (Mahler 2016). Al contrario, individui con una ridotta Consapevolezza Enterocettiva hanno difficoltà a sviluppare queste abilità, con conseguenze significative sulla salute, il benessere e le interazioni sociali.

 

ENTEROCEZIONE E AUTO-REGOLAZIONE

 

Una buona consapevolezza enterocettiva è fondamentale per un’efficace auto-regolazione ed è alla base di molte forme di auto-regolazione , incluse la regolazione delle funzioni corporee e la regolazione emotiva.

Il nostro sistema enterocettivo guida, infatti l’omeostasi, il processo attraverso il quale cambiamenti a livello dei tessuti corporei allertano il cervello per creare risposte volte al mantenimento e al ripristino di un equilibrio interno ottimale. Molti processi omeostatici avvengono in modo automatico e a livello inconscio: ad es. quando ci troviamo a fronteggiare una situazione che evoca paura, le sensazioni enterocettive innescano una serie di reazioni automatiche, come un aumento dell’afflusso di sangue ai muscoli, in preparazione  all’attacco o alla fuga. In altre situazioni,  gli stimoli enterocettivi ci permettono di agire in modo conscio e finalizzato ad uno scopo. Ad esempio, se abbiamo sete, siamo motivati a cercare dell’acqua o se siamo frustrati siamo motivati a cercare aiuto. In altre parole, queste sensazioni ci procurano una motivazione a comportarci in un certo modo, ovvero ci forniscono una cosiddetta “urge for action”, un impulso ad agire (Jackson, Parkinson, Kim, Schüermann, &Eickoff, 2011). A volte, anche l’anticipazione di sensazioni future che una determinata situazione può provocare, è sufficiente a fornire un impulso ad agire. Ad esempio, quando ci accingiamo ad uscire in una giornata fredda, inconsciamente il corpo si prepara pompando più sangue in alcune aree e adattando il metabolismo, mentre a livello conscio, avremo l’impulso di indossare un cappotto più caldo, cappello, guanti e sciarpa. L’anticipazione di segnali enterocettivi sgradevoli (il rabbrividire, la pelle d’oca, l’irrigidimento muscolare), fornisce un importante stimolo ad agire, allo scopo di mantenere l’omeostasi.

I comportamenti o le azioni che siamo spinti a mettere in atto al fine di raggiungere un equilibrio interno ottimale, sono tutte forme di auto-regolazione e la capacità di auto-regolarsi è strettamente legata al nostro sistema enterocettivo. La consapevolezza enterocettiva è fondamentale per lo sviluppo delle  capacità di regolazione : crescendo, queste abilità si affinano , le sensazioni divengono più dettagliate e cominciamo a collegarle con precisi sati corporei o emotivi. Attraverso tentativi ed errori, impariamo quale azione o comportamento riduce il disagio procurato da ciascuna sensazione interna.

In assenza di una buona Consapevolezza Enterocettiva, non saremmo in grado di regolare le maggior parte delle funzioni corporee basilari. Ad esempio, se non avvertissimo chiaramente la sensazione di vescica piena, sarebbe molto difficile riuscire ad andare al bagno in tempo, o se non fossimo in grado di distinguere la sensazione di fame, potremmo non avvertire lo stimolo di sazietà e continuare a mangiare in modo compulsivo fino a sentirci male. Bambini con difficoltà di enterocezione possono non essere in grado di “regolare” determinate risposte. Ad esempio, alcuni possono presentare episodi di enuresi, oppure possono non rendersi conto di essere in “sovraccarico” e di aver raggiunto il loro limite di tolleranza, con conconseguenti esplosioni di rabbia o crolli emotivi. In aggiunta, possono non essere in grado di identificare la reale origine del loro disagio.

Inoltre, l’enterocezione ci consente di “sentire” le emozioni all’interno del nostro corpo, che possono nascere come sensazioni distinte e localizzate o come sensazioni più generalizzate. Ad esempio, la tristezza può essere sentita localmente come una sensazione di nodo alla gola, di costrizione al torace o all’addome, o più genericamente come una sensazione di malessere diffuso. Queste sensazioni corporee variano in base al tipo di emozione: la tristezza viene percepita diversamente dal nervosismo, la calma diversamente dall’imbarazzo. Inoltre, variano anche in base al grado di intensità di ogni singola emozione: essere un po’ arrabbiati è differente dall’essere molto arrabbiati. L’abilità di differenziare le nostre sensazioni corporee ci permette di discriminare tra le emozioni (Füstos, Gramann, Herbert, & Pollatos, 2012). Di conseguenza, l’abilità di distinguere anche sottili differenze fra di esse attraverso i segnali enterocettivi  è fondamentale per l’esperienza emozionale : si parla di CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA.

Si ritiene che i soggetti con una buona consapevolezza emotiva abbiano un sistema enterocettivo che funzioni in modo efficace, consentendo loro di discriminare le sottili differenze tra le emozioni che provano e, di conseguenza, sono anche in grado di controllarle meglio. Al contrario, le persone con una scarsa consapevolezza emotiva sono in grado di sentire un’emozione di base come ad esempio la rabbia, ma non riescono a determinarne l’intensità e hanno, inoltre , minore capacità di controllare le emozioni, con maggior tendenza all’aggressività, a crolli nervosi, depressione ecc…

Spesso noi manifestiamo una risposta emotiva a stimoli provenienti dall’interno del nostro corpo. Alcune persone, ad esempio, diventano irritabili o di cattivo umore quando sono affamate, ma nella maggior parte dei casi, sanno che la sensazione che provano è legata alla fame e che mangiando l’umore migliorerà.

La scarsa consapevolezza emotiva  si riscontra clinicamente in una condizione nota come Alexitimia, che si può definire come la difficoltà a identificare e descrivere le emozioni. Alcuni studi hanno dimostrato un’alta incidenza di Alexitimia tra i soggetti affetti da un Disturbo dello Spettro Autistico. Infatti la scarsa consapevolezza emotiva rappresenta un’area di difficoltà per molti di questi soggetti. Questo NON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE CHE GLI AUTISTICI NON PROVINO EMOZIONI! anzi le emozioni sono PRESENTI! Ma , a volte, hanno difficoltà a identificarle in maniera dettagliata.

La consapevolezza emotiva è alla base di unefficace REGOLAZIONE EMOTIVA, che è il processo con cui noi controlliamo le nostre emozioni, e poichè un’efficace consapevolezza enterocettiva consente di discriminare e comprendere le emozioni, un sistema enterocettivo che funziona correttamente determinerà anche una buona regolazione emotiva. Infatti, soggetti con una scarsa enterocezione mancano di “insight” nelle loro emozioni, hanno una limitata quantità di informazioni che li allertano affinché possano agire ed usare strategie di regolazione emotiva. Frequentemente presentano reazioni aggressive, stati ansiosi, irritabilità, rigidità di pensiero, resistenza i cambiamenti e scarso problem solving.

I soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico, ad esempio, hanno spesso problemi di regolazione emotiva. Dal momento che, come abbiamo detto, informazioni enterocettive accurate riguardanti le emozioni sono necessarie per poterle controllare, e che nell’Autismo è spesso assente un’efficace processazione di stimoli enterocettivi, verrà, di conseguenza, a mancare uno dei punti cruciali su cui si fonda la regolazione emotiva. Immaginiamo, ad esempio, come riusciremmo a controllare la nostra rabbia se non fossimo in grado di realizzare di essere arrabbiati fino al momento in cui colpiamo qualcosa. E’ necessario capire che emozione si sta provando per poterla controllare. In assenza di un chiaro feed-back proveniente dal sistema enterocettivo, diventa difficile sviluppare strategie efficaci per gestire le situazioni.

 

ENTEROCEZIONE E CAPACITÀ DI PRENDERE DECISIONI

 

L’enterocezione svolge un ruolo importante anche nella capacità di prendere decisioni. Secondo Damasio (1994), tutte le esperienze che noi viviamo a partire dalla nascita, contribuiscono alla formazione dei cosiddetti MARKERS SOMATICI, in cui vengono immagazzinate osservazioni sulle sensazioni provenienti dai segnali enterocettivi e dalle corrispondenti emozioni che ciascuna esperienza ci procura. Essi contengono informazioni su una specifica situazione e sui sentimenti che ha evocato nel passato, ovvero se ci ha procurato benessere o disagio, paura ecc… Nella quotidianità, noi facciamo affidamento su questi markers somatici per fare rapide predizioni sui momenti presenti che viviamo, su quello che potremmo aspettarci da una determinata situazione (sulla base di esperienze analoghe vissute), allo scopo di prendere decisioni. In assenza di un sistema enterocettivo che funzioni correttamente e che permette la formazione dei markers somatici, le informazioni disponibili per decidere in modo rapido e intuitivo saranno scarse.

Persone con una buona consapevolezza enterocettiva hanno una buona capacità decisionale (Craig, 2014), mentre soggetti con una scarsa consapevolezza enterocettiva hanno difficoltà a usare  questo processo intuitivo ed  emotivo e si affidano principalmente ad un processo logico e razionale nel prendere le loro decisioni. Tuttavia, questo sistema presenta degli inconvenienti:  é lento e dispendioso e comporta una scarsa flessibilità, difficoltà ad adattarsi a situazioni incerte e a rapidi cambiamenti nei contesti sociali (De Martino et al., 2008). Per questo motivo, è spesso presente ansia anche in situazioni tipiche della quotidianità, determinando una preferenza per la monotonia e la prevedibilità.

 La difficoltà nel prendere decisioni rapide, intuitive, specialmente in situazioni sociali, rappresenta , ad esempio, una caratteristica dei Disturbi dello Spettro Autistico e la correlazione  con la scarsa processazione degli stimoli enterocettivi, molto frequente in questi soggetti, è suffragata da alcuni studi che hanno dimostrato che l’Insula è un’area cerebrale coinvolta nei compiti decisionali . In molti  individui autistici è stato riscontrato un ridotto funzionamento insulare, con conseguente marcata diminuzione della capacità di elaborare i segnali enterocettivi, necessaria a  fornire quelle rapide informazioni che sono indispensabili per portare a termine il compito previsto.

 

ENTEROCEZIONE E FLESSIBILITÀ DI PENSIERO

 

La capacità di decidere in modo rapido e intuitivo ci permette anche di reagire in modo flessibile a situazioni che comportano un alto grado di incertezza. In assenza di chiari segnali enterocettivi, abbiamo bisogno di “pensare” ad ogni singolo aspetto di una situazione . Questo comporta un notevole dispendio di energie e, la nostra tolleranza per l’incertezza, diminuisce in modo significativo.

 

ENTEROCEZIONE E CONSAPEVOLEZZA SOCIALE

 

Le situazioni sociali sono complesse e imprevedibili. Il contesto cambia continuamente. L’Insula fornisce un contributo importante anche nell’aiutarci a comportarci intuitivamente nelle situazioni sociali (Xiang, et al, 2013). Col passare del tempo, infatti, attraverso la formazione dei markers somatici, l’enterocezione ci fornisce le basi per “sapere” cosa aspettarsi da una determinata situazione e, di conseguenza, come comportarsi per mantenersi in linea con le regole sociali e questo avviene istintivamente. Diversamente, destreggiarsi nelle situazioni sociali sarebbe molto difficile.

 

ENTEROCEZIONE , PERSPECTIVE-TAKING ED EMPATIA

 

L’enterocezione gioca un ruolo importante anche nel perspective-taking e nell’empatia.  Infatti i markers somatici ci permettono non solo di predire le nostre reazioni agli eventi, ma anche quello che gli altri possono pensare e sentire in circostanze analoghe.

Una buona consapevolezza enterocettiva ci fornisce le basi per sviluppare la consapevolezza di sé, necessaria prima di poter sviluppare un chiaro senso dell’altro. Ovvero, prima di poter riconoscere e comprendere ciò che prova un’altra persona, dobbiamo essere consapevoli di ciò che proviamo noi. Se non riusciamo ad elaborare facilmente le nostre emozioni, avremo difficoltà a processare quelle degli altri.

La riduzione del perspective-taking e dell’empatia è considerata una delle caratteristiche distintive dell’Autismo. Alcuni studi hanno dimostrato che una scarsa consapevolezza enterocettiva e il relativo ridotto funzionamento della corteccia insulare riscontrabili in questi soggetti,  sono alla base dei deficit significativi a carico dell’empatia e del perspective-taking. La scarsa consapevolezza dei propri segnali enterocettivi, e quindi delle emozioni, influenza direttamente l’abilità di predire come gli altri si sentiranno in una determinata situazione.

Quindi l’enterocezione ci permette di rispondere non solo alla domanda “Come mi sento?” ma anche alla domanda “Come ti senti?”

In uno studio interessante di Singer e colleghi ( 2004), sono state usate tecniche di imaging per misurare l’attività cerebrale dei partecipanti durante la ricezione di uno stimolo doloroso. Successivamente, l’attività cerebrale è stata misurata mentre osservavano una persona cara ricevere lo stesso tipo di stimolo. E’ stato riscontrato che l’Insula si attivava in entrambi casi con la stessa modalità. Questo studio fornisce, dunque,  evidenza che le radici dell’empatia sono in parte da ricercare nell’uso dei nostri segnali enterocettivi evocati da una determinata situazione per capire i segnali enterocettivi dell’altro.

Un sistema enterocettivo correttamente funzionante, dunque, contribuisce allo sviluppo di molte abilità importanti.

 

Bambini con problemi di processazione sensoriale hanno difficoltà ad organizzare e a dare un senso alle informazioni che giungono al loro Sistema Nervoso. Possono non essere in grado di riferire quando sentono dolore o quando la loro vescica è piena. Una sensazione comune come il prurito può essere percepita come estremamente dolorosa, o, al contrario, il dolore può essere percepito come solletico. Oppure possono avere difficoltà a “sentire” le emozioni. Ad esempio, un bambino può non “sentire” la paura perché non riconosce che i suoi muscoli sono tesi, il respiro superficiale e la frequenza cardiaca aumentata.

Si possono distinguere tre categorie principali di alterazioni a carico del sistema enterocettivo:

  • IPERSENSIBILITÀ AGLI STIMOLI ENTEROCETTIVI

  • IPOSENSIBILITÀ AGLI STIMOLI ENTEROCETTIVI

  • SCARSA DISCRIMINAZIONE DEGLI STIMOLI ENTEROCETTIVI

 

IPERSENSIBILITÀ  AGLI STIMOLI ENTEROCETTIVI

 

Gli individui ipersensibili agli stimoli enterocettivi presentano un’aumentata sensibilità alle sensazioni interne del loro corpo. Infatti, anche tipici  stimoli quotidiani (come la fame o il bisogno di andare al bagno) possono essere estremamente distraenti, fonte di ansia, o addirittura dolorosi, impedendo loro di mantenere il focus sul compito che stanno svolgendo, perché prestano attenzione a quello che sta accadendo all’interno del loro corpo.

 Inoltre, poiché  diversi studi hanno evidenziato come gli stati emotivi dipendano dal contesto corporeo, l’ipersensibilità che questi bambini possono manifestare in risposta agli stimoli interni, può sfociare in comportamenti negativi, apparentemente immotivati, ma in realtà scatenati da un sottostante sovraccarico di input enterocettivi.

 

CARATTERISTICHE RISCONTRABILI NELL’IPERSENSIBILITÀ ENTEROCETTIVA

 

Il bambino può:

  • manifestare una frequente necessità di andare al bagno: dovuto al fatto che è estremamente sensibile allo stimolo urinario o evacuativo. Anche lo stimolo più lieve causa una sensazione di disagio o di urgenza

  • lamentare spesso dolori e malesseri: anche la più lieve sensazione di disagio viene percepita come un importante problema di salute

  • durante l’inverno, rifiutarsi di togliere la giacca anche se entra in un ambiente più caldo: questi bambini percepiscono la sensazione di freddo molto più a lungo rispetto agli altri e hanno bisogno di più tempo per riscaldarsi.

  • dare l’impressione di avere sempre fame e/o sete: ciò è dovuto al fatto che queste sensazioni sono percepite in modo più intenso, quindi anche un lieve stimolo può farli sentire come se non avessero mangiato o bevuto per giorni

  • sembrare nel panico dopo un breve sforzo fisico: perché può essere molto sensibile all’aumento delle frequenze respiratoria e cardiaca e questo può provocare disagio e paura

  • sembrare eccessivamente drammatico di fronte a piccoli problemi come un naso che cola, un’unghia spezzata, un dito sbattuto contro la porta ecc…, a causa dell’elevata sensibilità allo stimolo dolorifico che viene percepito notevolmente amplificato

  • quando si trova in una stato di calma, può essere in grado di identificare innumerevoli segnali interni legati ad una determinata emozione, che invece non è in grado di distinguere quando la vive in un determinato momento: questo perché nella situazione specifica, è così sensibile ai segnali provenienti dall’interno del suo corpo, che ne percepisce troppi tutti insieme. Questo può sopraffarlo e rendere difficile la distinzione tra stimoli importanti , utili a gestire la situazione, e stimoli ininfluenti

  • riferire di percepire talmente tanti stimoli interni da sentirsi a disagio, come se provasse una sensazione di caos interno e dentro di sé fosse tutto molto “rumoroso”

  • riferire di percepire molte sensazioni interne, ma non essere in grado di identificare l’emozione che sta provando

 

IPOSENSIBILITÀ AGLI STIMOLI ENTEROCETTIVI

 

Contrariamente all’ ipersensibilità agli stimoli enterocettivi, i soggetti con iposensibilità possono non notare i segnali provenienti dall’interno del loro corpo a meno che non siano estremamente intensi, quindi non sono in grado di identificare stati corporei o emozioni fino a quando questi non si manifestano in modo particolarmente accentuato. Questo si traduce in una scarsa consapevolezza enterocettiva.

 

CARATTERISTICHE RISCONTRABILI NELL’IPOSENSIBILITÀ ENTEROCETTIVA

 

Il bambino può:

  • non processare in modo efficace i segnali provenienti dalla vescica e/o dal tratto intestinale e non sentire il bisogno di espletare le sue funzioni fisiologiche fino a quando lo stimolo non diventa particolarmente intenso

  • avere difficoltà nel raggiungere l’autonomia e il controllo degli sfinteri e questo causa “incidenti frequenti”: enuresi notturna, diurna o encopresi (perché non comunicano mai all’adulto che hanno bisogno di andare al bagno)

  • dare l’impressione di non avere mai fame e/o sete e deve essere quasi “forzato” a mangiare o bere: a causa del fatto che non processa in modo efficace gli stimoli della fame e della sete e semplicemente non avverte il bisogno

  • avere problemi di salute anche importanti, ma non lamentare alcun sintomo (ad esempio faringite streptococcica, infezioni delle vie urinarie, piccole fratture, febbre…): dovuto al fatto che non percepisce la sensazione di disagio e quindi non la riporta

  • durante l’ attività fisica,  non rendersi conto che sta sostenendo uno sforzo eccessivo e non fermarsi per fare una pausa

  • avere difficoltà a riconoscere i primi segnali di uno stato emotivo: non è in grado di sentire i cambiamenti corporei più sfumati come l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria e della tensione muscolare. Li avverte solo quando sono particolarmente intensi

  • avere difficoltà a usare strategie calmanti in modo efficace: quando le emozioni o il livello di stress sono intensi, è spesso troppo tardi per mettere in atto strategie calmanti. Il punto chiave è, infatti, quello di usare strategie quando la condizione di stress è iniziale e meno intensa. Il bambino, però, non percepisce i segnali corporei relativi allo stress e, di conseguenza, non riconosce la necessità di strategie calmanti

  • non essere in grado di rispondere con chiarezza quando interrogato su quali siano le sue sensazioni corporee durante alcuni stati emotivi

A causa della ridotta capacità di elaborare gl’input provenienti dall’interno del loro corpo, spesso, gli individui con iposensibilità enterocettiva fanno affidamento sulla logica per comprendere le loro emozioni, ma naturalmente il risultato è poco soddisfacente.

 

DIFFICOLTÀ DI DISCRIMINAZIONE ENTEROCETTIVA

 

I soggetti che presentano difficoltà di discriminazione degli stimoli enterocettivi non sono sempre in grado di mettere a fuoco esattamente le loro sensazioni interne. Potrebbero percepire una sensazione vaga e indefinita ma aver difficoltà ad identificare esattamente cosa questa sensazione significhi.

 

CARATTERISTICHE RISCONTRABILI NELLE DIFFICOLTÀ DI DISCRIMAZIONE ENTEROCETTIVA

 

  • se durante i viaggi, viene chiesto al bambino se ha bisogno di fare una sosta per andare al bagno, lui spesso risponderà dicendo “Non lo so” o “Forse”:egli potrebbe realmente non sapere se ha bisogno di farlo, potrebbe avvertire una sensazione generica e vaga di dover espletare questa funzione, ma non è in grado di stabilire se può attendere o se si tratta di un bisogno impellente

  • il bambino lamenta frequentemente di aver fame, ma quando gli viene dato del cibo lo assaggia appena: questo può essere dovuto al fatto che scambia erroneamente la sensazione di fame con quella inerente ad un altra funzione corporea, ad esempio il bisogno di andare al bagno

  • il bambino riferisce di sentirsi malato ma non è in grado di fornire nessun sintomo specifico, perché non riesce a localizzare l’origine del suo malessere

  • il bambino insiste nell’affermare di star bene, anche se è evidente che é arrabbiato: questo perché potrebbe non essere in grado di cogliere le sottili differenze tra i suoi sintomi corporei. Ad esempio, realizza che il suo cuore batte più velocemente quando è molto contento e quando è molto arrabbiato, ma questi segnali corporei vengono percepiti nello stesso modo, rendendo difficoltosa la distinzione tra questi due tipi di emozioni

  • il bambino può rendersi conto di essere arrabbiato, ma non essere in grado di discriminare il grado e l’intensità di questo sentimento

 

POSSIBILI STRATEGIE PER SUPPORTARE IL FUNZIONAMENTO ENTEROCETTIVO

 

STRATEGIE CALMANTI PER BAMBINI

 

  • Input vestibolare ritmico, ripetitivo (dondolare, cullare ecc…)

  • massaggio profondo

  • attività di lavoro pesante (spingere il carrello della spesa, portare libri o buste pesanti, svuotare la lavatrice, ecc…)

  • usare palline anti-stress

  • guardare bottiglie sensoriali

  • ascoltare musica rilassante

  • spingere contro il muro

  • succhiare caramelle

ed altre ancora…

 

STRATEGIE  CHE ALLERTANO IL SISTEMA NERVOSO

 

  • fornire input sensoriali intensi e frequenti per aiutare a promuovere la consapevolezza delle proprie sensazioni

  • pause di movimento

  • frequenti cambiamenti di posizione

  • ballare, saltare

  • masticare cibi croccanti

ed altre ancora…

 

ATTIVITÀ DI MINDFULNESS

 

  • Meditazione: la Mindfulness si fonda,infatti, sul focalizzare l’attenzione sulle sensazioni provenienti dall’interno del corpo, come il respiro, il battito cardiaco, il gorgoglio dello stomaco, la tensione muscolare, il peso delle varie parti del corpo, ecc…Di conseguenza, contribuisce allo sviluppo di una consapevolezza enterocettiva. L’efficacia di questa tecnica è dimostrata scientificamente anche da una significativa attivazione dell’Insula riscontrata in soggetti che praticano questo tipo di meditazione (Farb et al., 2007;Lutz, Slagter, Dunne, & Davidson, 2008)

  • Yoga

 

STRATEGIE COMUNICATIVE

 

  • fornire al bambino la terminologia corretta per descrivere ciò che sta provando

  • fornire ai bambini opportunità per comunicare queste sensazioni interne (usando prompt visivi, immagini, strumenti di comunicazione)

  • aiutare i bambini a riconoscere, identificare e comunicare sentimenti ed emozioni

  • definire verbalmente le emozioni dei bambini quando le notiamo a casa, in classe o durante la terapia

  • fare giochi e leggere libri relativi a emozioni e sentimenti

  • uso di social stories

 

È dunque evidente come una ridotta consapevolezza enterocettiva possa influire negativamente su vari aspetti della vita di un individuo e possa rappresentare la causa principale di molti “comportamenti problema”. La ricerca dimostra che la capacità di processare stimoli enterocettivi può essere migliorata, per cui é fondamentale un’accurata valutazione e, nel caso in cui venga diagnosticato questo disturbo sensoriale, occorre intervenire con strumenti idonei. Oltre ai suggerimenti sopraelencati, terapisti esperti provvederanno a:

  • fornire “adaptations”: come quelle che vengono già utilizzate nell’Autismo e che mirano a intervenire su situazioni di importanza primaria, come il nutrirsi, l’espletare le funzioni giornaliere ecc..(ad esempio, ricorrendo a supporti visivi, all’uso di una sveglia sul telefono o su un altro strumento, per ricordare al soggetto quando deve andare al bagno o quando deve mangiare)

  • utilizzare tecniche specifiche per “costruire” una consapevolezza enterocettiva e consentire al bambino di identificare le proprie sensazioni corporee e le proprie emozioni

Naturalmente questo processo di ricostruzione richiede tempo e molta pratica ma un primo passo fondamentale è quello di comprendere cosa sia l’enterocezione e come questa possa essere alla base di tante problematiche del bambino.

Erika Certosino

 

 

 

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