2 Ottobre 2017

IL DISTURBO DI INTEGRAZIONE SENSORIALE E LA SCUOLA: STRATEGIE DI INTERVENTO

L’Integrazione Sensoriale è un processo neurologico che avviene in modo automatico, inconsapevole (come ad es. il respiro) e che organizza le informazioni provenienti dai sensi (gusto, vista, udito, tatto, olfatto, movimento, gravità e posizione). Dà significato alle esperienze, vagliando tutte le informazioni , scegliendo quelle su cui focalizzare l’attenzione (come ascoltare l’insegnante ignorando i rumori provenienti dall’esterno) permettendo così di elaborare una risposta adattiva, ovvero una reazione intenzionale e finalizzata ad uno scopo. Un esempio di risposta adattiva è quello in cui un bambino vede un giocattolo e cerca di raggiungerlo: il raggiungerlo è una risposta adattiva.

I sensi comunemente più conosciuti sono:

  • VISTA
  • UDITO
  • TATTO (fondamentale per lo sviluppo dello schema corporeo)
  • GUSTO
  • OLFATTO

Ma a questi se ne aggiungono altri di importanza fondamentale:

VESTIBOLARE: il senso del movimento, gravità e posizione (cuore dell’integrazione sensoriale), che modula le informazioni provenienti dagli altri sensi, ed è responsabile del tono muscolare

PROPRIOCETTIVO: stimoli provenienti dai muscoli e dalle articolazioni, che fornisce informazioni su come le articolazioni sono compresse, stirate e su dove si trovano le varie pari del corpo nello spazio e come si stanno muovendo

ENTEROCETTIVO: informazioni provenienti dagli organi interni (responsabile ad es. del controllo degli sfinteri e quindi della continenza)

Anche l’istruzione scolastica dipende dall’organizzazione di input sensoriali visivi, uditivi, ma anche e soprattutto, VESTIBOLARI, TATTILI E PROPRIOCETTIVI: da qui i problemi di apprendimento che si riscontrano molto frequentemente nei bambini con Disturbo di Integrazione sensoriale (ad es. nella Disprassia).

Un’inefficiente processazione delle informazioni che riceviamo attraverso i sensi, causa problemi a livello dell’apprendimento, dello sviluppo e del comportamento. Spesso i muscoli e i nervi funzionano correttamente, ma il Sistema Nervoso ha difficoltà a organizzare o integrare le informazioni. Infatti, alcuni dei primi sintomi osservati dagli insegnanti sono rappresentati da “problemi di comportamento” o goffaggine.

 

DISTURBO DI PROCESSAZIONE SENSORIALE IN ETA’ PRE-SCOLARE E SCOLARE

 

Questi bambini possono presentare:

  • difficoltà a impegnarsi nel gioco in modo efficace e costruttivo
  • difficoltà con alcune abilità grosso- o fino-motorie (ad es. andare in bicicletta, vestirsi,allacciare le scarpe, usare i bottoni, mangiare o andare sull’altalena)
  • problemi nell’uso di matite, colori e forbici
  • difficoltà a copiare dalla lavagna
  • frustrazione o evitamento di queste attività
  • scarsa consapevolezza corporea
  • problemi di sequenzialità e pianificazione motoria, con difficoltà nell’esecuzione di compiti anche non complessi, soprattutto quando si tratta di attività nuove

I bambini a sviluppo tipico spesso si allontanano da questi soggetti perché non li ritengono divertenti

 

COSA SUCCEDE DURANTE L’ADOLESCENZA?

 

  • Spesso i problemi continuano nell’adolescenza e nell’età adulta
  • Esempi: problemi negli sport, nell’organizzazione dei compiti, ecc..
  • i bambini possono riuscire a trovare delle strategie compensative, ma il quadro neurologico non cambia (comportamenti di evitamento, frustrazione, “trucchi” per riuscire in alcune attività ecc…)

 

Quando il sistema Nervoso non riesce a integrare gli input sensoriali che riceve non può generare risposte adattive. Si possono così distinguere:

  • un’ IPERSENSIBILITA’ AGLI STIMOLI SENSORIALI (over-responsive): il bambino evita gli stimoli che lo mandano in sovraccarico, ad es. nella Difesa Tattile, Uditiva o Vestibolare
  • un’ IPOSENSIBILITA’ AGLI STIMOLI SENSORIALI(under-responsive): il bambino sembra “non notare” alcuni stimoli, per cui non reagisce o lo fa dopo un tempo prolungato, o ricerca continuamente stimoli sensoriali che lo “allertino”

 

DISTURBI CHE INTERESSANO IL SISTEMA TATTILE

 

  • Difesa Tattile

  • Iposensibilità agli stimoli tattili

  • Problemi di discriminazione tattile (come accade nella Disprassia, dove le informazioni tattili sono vaghe e la percezione corporea poco precisa)

 

DIFESA TATTILE IN ETA’ SCOLARE

 

Il bambino con difesa tattile a scuola può avere una serie di comportamenti:

  • può reagire negativamente o in modo molto emotivo al tocco leggero
  • può mostrare ansietà o aggressività e ostilità
  • può evitare il contatto con altri bambini o sfregarsi nel punto in cui è stato toccato
  • può reagire negativamente se avvicinato alle spalle, o quando viene toccato al di fuori del suo campo visivo
  • può rifiutare carezze o pacche sulle spalle
  • può reagire in modo eccessivo a esperienze dolorose anche di lieve entità, come piccoli graffi o abrasioni
  • può lamentarsi quando indossa abbigliamento nuovo, per il tipo di tessuto (troppo ruvido), i colli delle magliette, etichette interne, cinture, elastici stretti, cappelli e sciarpe, calzini
  • preferisce maniche corte e pantaloncini anche in inverno, o maniche lunghe e pantaloni lunghi anche in estate
  • evita i giochi in cui deve sporcarsi le mani, come con la sabbia, colori a dita, colla, fango,pasta modellabile
  • può avere problemi col cibo (preferisce alcune consistenze particolari come croccante o pastoso, o particolari temperature, caldo o troppo freddo)

 

IL BAMBINO CON IPOSENSIBILITA’ TATTILE A SCUOLA

 

Il bambino può:

  • non accorgersi di essere toccato fino a quando lo stimolo tattile non diventa intenso
  • non esser consapevole di avere il viso sporco, soprattutto nella zona intorno alla bocca e al naso (ad es. non si accorge di avere del cibo intorno alla bocca, o il naso che cola)
  • mostrare scarsa o nessuna reazione al dolore
  • urtare accidentalmente altri bambini durante il gioco e sembra non rendersi conto che gli altri possono provare dolore
  • non accorgersi che ha fatto cadere qualcosa
  • usare “strategie di ricerca sensoriale” allo scopo di ricevere la stimolazione di cui ha bisogno:  ad es.tocca ripetutamente una superficie che gli fornisce un’esperienza tattile calmante, rassicurante, come una coperta preferita, oppure cerca di toccare qualunque cosa che vede (persone, mobili, oggetti ecc…),

    sfrega o morde la propria pelle,preferisce cibi speziati o molto dolci

     

IL BAMBINO CON SCARSA DISCRIMINAZIONE TATTILE A SCUOLA

 

  • ha difficoltà a svolgere atti motori senza il supporto della vista, come usare cerniere, abbottonare o sbottonare vestiti
  • è disordinato nell’abbigliamento, con le scarpe slacciate, l’elastico della cintura dei pantaloni attorcigliato, guanti o calzini indossati nel modo sbagliato
  • ha difficoltà a usare strumenti come matite, forbici, forchette ecc…
  • evita esperienze tattili che invece sono gradite agli altri bambini, come prendere giocattoli o altri oggetti

 

DISTURBI CHE INTERESSANO IL SISTEMA VESTIBOLARE

 

  • Ipersensibiltà al movimento (INSICUREZZA GRAVITAZIONALE E AVVERSIONE AL MOVIMENTO)
  • Iposensibilità al movimento (SISTEMA VESTIBOLARE IPOREATTIVO)

 

INTOLLERANZA AL MOVIMENTO IN ETA’SCOLARE

 

Il bambino può:

  • rifiutare attività di gioco all’aperto come altalena,scivolo, giostra ecc…
  • sembrare cauto, lento, non collaborativo
  • esser a disagio con ascensori, scale mobili, o soffrire di mal d’auto

 

INSICUREZZA GRAVITAZIONALE IN ETA’ SCOLARE

 

Il bambino può:

  • temere di cadere anche quando non sussiste un pericolo reale
  • aver paura di salire e scendere le scale
  • non usare attrezzature come altalene o set per arrampicata
  • diventare ansioso quando i piedi si staccano dal suolo
  • sentirsi minacciato quando vengono messi a testa in giù
  • aver timore quando qualcun altro li muove (ad es. l’insegnante che muove la sedia del bambino per avvicinarla al banco)

 

IL BAMBINO CON IPOREATTIVITA’ VESTIBOLARE

 

  • ha bisogno di muoversi continuamente e ha difficoltà a stare seduto
  • muove la testa avanti e indietro, si dondola o salta
  • ricerca esperienze di movimento intense
  • non soffre di vertigini
  • ama andare sull’altalena a gran velocità

 

In generale, un Sistema Vestibolare disorganizzato influenza molte delle abilità quotidiane: Movimento ed equilibrio, Tono muscolare, Coordinazione Bilaterale, Processazione uditiva e Linguaggio, Processazione Visuo-spaziale, Pianificazione motoria, Stato emozionale

MOVIMENTO ED EQUILIBRIO

 

Questi bambini possono:

  • perdere facilmente l’equilibrio quando salgono le scale, vanno in bicicletta, stanno in punta di piedi , saltano o stanno su un piede solo
  • muoversi in modo scoordinato
  • essere irrequieti e goffi

 

TONO MUSCOLARE

 

Questi bambini possono:

  • avere un corpo molto lasso e poco tonico
  • ciondolare sulla sedia o chinarsi sul banco, preferiscono stare sdraiati piuttosto che seduti e tendono costantemente ad appoggiare la testa sulla mano
  • sedersi per terra utilizzando la posizione a W
  • stancarsi facilmente

 

COORDINAZIONE BILATERALE

 

Questi bambini possono:

  • avere scarsa consapevolezza corporea
  • Inciampare o essere goffi negli sport
  • avere difficoltà a coordinare braccia e gambe, come nel saltare, giocare a calcio, prendere o lanciare una palla ecc…
  • non aver stabilito la dominanza manuale

 

PROCESSAZIONE UDITIVA E LINGUAGGIO

 

Questi bambini possono:

  • non riuscire a identificare la sorgente dei suoni
  • aver difficoltà a distinguere e discriminare i suoni
  • essere facilmente distratti da altri suoni
  • essere molto infastiditi o impauriti da suoni improvvisi

 

PROCESSAZIONE VISUO-SPAZIALE

 

Questi bambini possono:

  • girare o inclinare la testa mentre leggono lungo la pagina
  • avere difficoltà nel seguire un oggetto in movimento
  • confondere similitudini e differenze in immagini o parole
  • avere difficoltà con i puzzle o a tagliare seguendo una linea
  • confondere destra con la sinistra
  • invertire le lettere durante la lettura o la scrittura

 

PIANIFICAZIONE MOTORIA

 

Questi bambini possono:

  • avere difficoltà nel rappresentarsi mentalmente, organizzare e portare a termine sequenze di movimenti non conosciuti
  • non essere in grado di generalizzare quello che hanno imparato, per portare a termine un compito nuovo

 

INSICUREZZA EMOZIONALE

 

Questi bambini:

  •  vanno incontro facilmente a frustrazione e tendono a rinunciare
  • sono riluttanti a provare nuove attività
  • hanno scarsa autostima
  • hanno difficoltà di socializzazione

 

DISTURBI CHE INTERESSANO IL SISTEMA PROPRIOCETTIVO

 

Disfunzioni a carico del sistema propriocettivo possono manifestarsi con: Ricerca Di Intenso Input ,Scarsa Consapevolezza Corporea, problemi di Pianificazione Motoria E Controllo Motorio, Scarsa Capacità di Dosare Il movimento, Instabilità posturale.

Questi bambini possono:

  • deliberatamente inciampare e cadere addosso ad oggetti presenti nell’ambiente
  • battere i piedi mentre camminano
  • battere i talloni contro il pavimento o la sedia
  • strofinare le mani sul tavolo, mordere o succhiare le dita, far schioccare le dita
  • preferire lacci o cinture per avere la sensazione di essere legato stretto
  • masticare costantemente oggetti come colletti delle maglie, matite, giocattoli, gomme da masticare

 

SCARSA CONSAPEVOLEZZA CORPOREA E PIANIFICAZIONE MOTORIA

 

Il bambino può:

  • avere difficoltà a formulare un’idea (“cosa”)
  • avere difficoltà a pianificare (“come”) ed eseguire (“fare”) un movimento
  • avere difficoltà a posizionare il suo corpo quando qualcuno cerca ad esempio di infilargli una giacca, o quando cerca di vestirsi e svestirsi
  • aver difficoltà nel sapere dove si trova il suo corpo in relazione ad oggetti e persone, inciampando e cadendo frequentemente
  • aver difficoltà a salire o scendere le scale
  • aver timore quando si muove nello spazio

 

INCAPACITA’ NEL DOSARE IL MOVIMENTO

 

Il bambino può:

  • prendere un oggetto con più forza del necessario
  • prendere un oggetto con meno forza del necessario e non essere in grado di sollevarlo o facendolo cadere per terra
  • non capire i concetti di “pesante” e “leggero”

 

INSTABILITA’ POSTURALE IN ETA’ SCOLARE

 

Il bambino può:

  • avere una postura scorretta
  • appoggiare la testa sulle mani quando lavora al banco
  • lasciarsi cadere sulla sedia,sul tavolo o mentre è seduto sul pavimento
  • non essere in grado di mantenere l’equilibrio nell’appoggio monopodalico ( su un piede solo)

 

I disturbi di integrazione sensoriale influenzano molte aree dello sviluppo, causando calo dell’autostima, frustrazione poichè questi bambini non sono in grado di fare le cose come i compagni, insicurezza sia fisica che emotiva, difficoltà di socializzazione, ripercussioni sull’apprendimento scolastico (ad es. le difficoltà di scrittura influenzano la loro abilità nel prendere appunti o nel lavorare in classe).

SEGNI INDICATORI DI UN DISTURBO DI INTEGRAZIONE SENSORIALE

 

  • Stress e frequente frustrazione nei compiti quotidiani
  • Difficoltà di apprendimento e/o nelle situazioni sociali
  • Espressioni frequenti come “Non ce la faccio” o “Ho bisogno di aiuto”
  • Difficoltà nelle transizioni
  • Difficoltà nel costruire relazioni: il bambino il cui cervello non organizza bene le sensazioni, tende ad avere difficoltà a farsi degli amici e a mantenerli
  • Difficoltà nel prestare attenzione, soprattutto in presenza di rumori o stimoli esterni
  • Difficoltà nel gioco e/o nella cura di se stessi
  • Problemi che interferiscono con lo svolgimento delle normali attività quotidiane sia scolastiche che non

 

A volte il bambino a casa riesce a fare tutto sufficientemente bene da non far notare il problema, che però, inevitabilmente, si palesa a scuola.

Lettura, scrittura e aritmetica, sono comunemente definite dagli insegnanti, come le basi dell’apprendimento. In realtà esse sono processi estremamente complessi, che si possono sviluppare solo in presenza di una corretta integrazione sensoriale. Se un bambino ha un disturbo vestibolare, molti modelli sensori-motori del suo cervello saranno disorganizzati e lui non potrà ricordare cosa significa una parola stampata o come scriverla da solo. Nella lettura, infatti, il sistema visivo deve distinguere le minime differenze tra le lettere, tra i numeri e i segni di punteggiatura. La sua corteccia cerebrale deve, poi, elaborare gli input visivi in relazione all’ortografia e alle regole grammaticali. Affinché questo possa avvenire, è necessario che le aree cerebrali deputate al linguaggio, comunichino con quelle deputate alla percezione visiva e alla memoria. Nella scrittura, il processo è ancora più complesso, perché oltre ai suddetti meccanismi, il cervello deve processare le informazioni provenienti dalla mano e dalle dita, comparandole con il ricordo di come le mani e le dita dovrebbero percepire quando scrivono, allo scopo di organizzare la risposta adattiva:le contrazioni dei muscoli che fanno muovere la penna.

Sono tante le cose in cui un bambino con un problema di integrazione sensoriale può aver difficoltà a scuola. Ci si aspetta che faccia le cose velocemente quando è in grado di farle lentamente, gli viene spesso chiesto di fare due cose contemporaneamente, ad es: “Metti via i libri e prendi il quaderno”, quando per lui è difficile ricordare anche una sola indicazione. Molta dell’iperattività che si riscontra oggi nei bambini è dovuta a una povera integrazione sensoriale. Il bambino iperattivo salta o si muove continuamente per tutta la classe, non perchè desideri farlo, ma perchè il suo cervello è in sovraccarico di stimoli e risponde con un’attività eccessiva. E’ importante ricordare che premi e punizioni non aiutano il cervello a organizzare le sensazioni.

STRATEGIE DI INTERVENTO IN CLASSE:

 

  • controllare l’ambiente, RIDUCENDO IL SOVRACCARICO SENSORIALE: eliminare o ridurre le possibili fonti di distrazione tattili (in caso di difesa tattile e quindi timore del contatto con altri, trovare uno spazio nella classe dove il bambino possa sentirsi al sicuro), visive (bigliettini attaccati in giro, lavori artistici appesi, mensole piene di libri o giocattoli, mobili che riflettono la luce..), uditive (finestre aperte, superfici ruvide…) o olfattive (odori provenienti dalla cucina della scuola, dai colori per dipingere ecc..)
  • Aiutare il bambino a focalizzarsi su un’idea per volta
  • Semplificare il lavoro
  • Mantenere la lavagna pulita
  • Fornire arredi scolastici confortevoli: sedie stabili, di altezza tale da consentire al bambino di poggiare bene i piedi per terra, banchi che abbiano un’altezza di 5-10 cm sopra la vita
  • Per i “sensory seekers” (ricercatori sensoriali): legare delle strisce elastiche (Theraband) alle gambe della sedia in modo tale che lo studente possa spingerle con i piedi ; usare palle da terapia o cuscini sensoriali che forniscono un input extra al bambino che si muove molto
  • Fornire “fidget” manuali
  • Cercare di mantenere una routine: i cambiamenti inattesi sovraccaricano e disorganizzano il bambino
  • Pianificare i cambiamenti attentamente: comunicare con largo preavviso quando qualcosa di nuovo interferisce con la routine quotidiana
  • Prevedere delle pause sia durante che tra le attività scolastiche: introdurre il movimento nella routine, ad es. alzarsi e fare stretching, saltare dietro i banchi
  • concedere il tempo per processare l’informazione: dire alla classe cosa verrà spiegato prima di presentare la lezione; spiegarlo e poi lasciare il tempo affinché la lezione venga assimilata
  • semplificare le istruzioni: dare una o al massimo due indicazioni per volta, ripetere le istruzioni se necessario, suddividere compiti più complessi in parti più piccole
  • fornire un’ampia scelta di sussidi per la scrittura: matite, colori, evidenziatori; provare accessori per facilitare l’impugnatura nella posizione corretta
  • rispettare le esigenze del bambino: evitare attività che possono creare ansia al bambino, così come reazioni ostili. Ad esempio, il fatto che alla maggior parte dei bambini, piacciano i colori a dita, non costituisce un motivo valido per costringerlo ad usarli. Piuttosto, può essere utile fornire al bambino uno strumento da interporre tra le sue mani e i colori, come una spazzola o una spugna ecc…
  • offrire alternative alle situazioni che possono causare difficoltà: ad es. un bambino che ha problemi di coordinazione motoria (come nella Disprassia), tenderà ad evitare giochi competitivi, quindi va indirizzato verso attività mirate a rinforzare le sue abilità grosso-motorie ma facendo in modo che non si senta umiliato
  • adattare il proprio comportamento: Rinforzo positivo, valorizzando anche i più piccoli successi ed evitando di rimarcare ciò che non ha portato a termine; mantenere un tono di voce basso, poichè un tono di voce troppo alto può causare notevole disagio al bambino
  • fornire un feedback fisico: quando si vuol essere sicuri che un bambino stia prestando attenzione, occorre guardarlo negli occhi, o se non è ipersensibile al tatto, mettere una mano sulla sua spalla

 

SUGGERIMENTI PER GLI INSEGNANTI

 

ATTIVITA’ CHE “ALLERTANO”:

  • ballare
  • saltare (dietro i banchi o su una palla da terapia o su un trampolino, saltare la corda…)
  • mangiare cibi croccanti: noccioline, frutta secca, carote, crackers, popcorn, ecc…

 
ATTIVITA’ CHE “ORGANIZZANO” IL SISTEMA NERVOSO:

 

  • spingere , tirare, o portare oggetti pesanti ( come una scatola piena di libri)
  • mettersi a testa in giù
  • tiro alla fune
  • indossare uno zaino pesante (non più del 5-10% del peso corporeo e per 15-20 min alla volta)
  • manipolare pasta modellabile, theraputty ecc…
  • masticare cibi come liquirizia, frutta disidratata, gomme da masticare ecc…

 
ATTIVITA’ “CALMANTI” PER IL SISTEMA NERVOSO

 

  • spingere contro il muro
  • dondolare lentamente
  • strofinare la schiena
  • toccare in modo fermo e deciso sulle spalle
  • succhiare caramelle, ghiaccio ecc..

 

Come sosteneva Jean Ayres,

Il bambino con un disturbo di integrazione sensoriale è consapevole di essere diverso e ,senza il giusto supporto, tende a crescere pensando di essere stupido o cattivo, soprattutto quando sono gli altri bambini a dirglielo. Non è sufficiente dirgli a parole che non è né stupido né cattivo. Parole e pensieri non possono organizzare il cervello. Invece, sensazioni e risposte adattive possono farlo e possono aiutare il bambino anche a sviluppare autostima”

 

Erika Certosino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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