15 Febbraio 2020

IN CHE MODO DIFFERENZE NELL’ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI POSSONO INFLUIRE SULLA SOCIALIZZAZIONE?

By Kind permission of Bill Nason

Traduzione e adattamento a cura di Erika Certosino

Articolo originale consultabile al link sottostante:

How processing differences affect socializingLet’s look at an example of how important our rapid processing of…

Gepostet von Autism Discussion Page am Montag, 3. Februar 2020

 

Prendiamo in considerazione quanto sia importante per noi Neurotipici (NT) riuscire a processare rapidamente più informazioni contemporaneamente durante la nostra quotidianità.  Anche semplicemente il relazionarsi con un’altra persona richiede abilità di multi-tasking e un’efficiente comunicazione simultanea tra molti centri cerebrali. La capacità di processare velocemente più informazioni nello stesso tempo è quella che ci permette di relazionarci in maniera efficace all’interno del nostro mondo neurotipico. Per riuscire a comprendere l’importanza che questa capacità riveste, proviamo a pensare alla quantità di informazioni necessaria per interagire con un’altra persona.

Step 1. Mentre ascoltiamo ciò che un’altra persona sta dicendo, poniamo attenzione anche a ciò che il suo corpo comunica, alle espressioni facciali, al linguaggio non verbale, per cercare di comprendere i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue prospettive e le intenzioni. Cosa sta pensando? Cosa sta provando? Qual è il suo punto di vista? E, soprattutto, quali sono le sue intenzioni? Tutte queste informazioni devono essere processate, analizzate e integrate mentre ascoltiamo ciò che sta dicendo.

Step 2. Noi interpretiamo ciò che sta dicendo anche sulla base del contesto sociale in cui ci troviamo e delle esperienze passate con quella persona. Qual è la situazione contingente? Quale lo scopo dell’interazione? Quali regole sociali si addicono a quella determinata situazione? E quali esperienze abbiamo vissuto con quella persona? Noi integriamo tutte queste informazioni con ciò che abbiamo appreso dalla nostra esperienza passata, con quello che prevediamo possa accadere in futuro e con le informazioni indicate nello Step 1. Tutto questo mentre prestiamo attenzione a ciò che sta dicendo.

Step 3. Mentre ascoltiamo ciò che dice, contemporaneamente pensiamo anche a come risponderle, ovvero, sulla base di quello che sta dicendo e del significato che noi vi attribuiamo, formuliamo una risposta.

Step 4. Quando poi è il nostro turno di parlare, oltre a prestare attenzione a ciò che stiamo dicendo, dobbiamo contemporaneamente interpretare il linguaggio non verbale per capire se il nostro interlocutore è attento, interessato e comprende quello che diciamo. Mi capisce? È interessato a ciò che sto dicendo? Lo sto offendendo?

Step 5. La rapida elaborazione di tutte queste informazioni, unitamente alla capacità di adattare le nostre reazioni, ci aiuta a interagire con reciprocità in questa comunicazione a due vie. Ci consente di orientarci con flessibilità in questa “danza complessa” che è il relazionarsi con un’altra persona, che consiste in un continuo “leggere”, integrare e adattarsi ad un flusso di informazioni dinamiche.

Step 6. Questo processo di elaborazione include anche regole intuitive di engagement che ci consentono di iniziare una conversazione, mantenerla e gestire eventuali interruzioni o cambi di argomento, adattandosi in maniera flessibile mentre l’interazione procede.

SEMBRA DAVVERO FATICOSO VERO? Certamente lo sarebbe se dovessimo processare tutte queste informazioni ad un livello conscio, in maniera consapevole, pensando a come farlo. Invece, noi elaboriamo la maggior parte di queste informazioni ad un livello subconscio e in modo intuitivo, con il minimo sforzo. Questo ci permette di interagire facilmente.

Le persone autistiche, invece, non possono integrare ed elaborare velocemente e contemporaneamente tutte queste informazioni per riuscire a comprendere i pensieri, i sentimenti, le prospettive e le intenzioni degli altri. Loro “perdono” la maggior parte delle informazioni che servono per interagire con facilità e naturalezza.

Ecco perché può essere difficile per le persone nello Spettro relazionarsi con l’altro. Non possono contemporaneamente comprendere il linguaggio non verbale, le regole sociali del contesto in cui si trovano, considerare le esperienze passate con quella determinata persona e fare inferenze sui suoi pensieri, sentimenti, punti di vista e intenzioni. Sono spesso costretti a “indovinare” ciò che l’altro si aspetta e spesso non c’è sincronia e sintonizzazione con coloro con cui interagiscono.

Erika Certosino

 

*Nei prossimi articoli seguirà un approfondimento di questo argomento!

Potete trovare questo articolo nel libro “The Autism Discussion Page on stress, anxiety, shutdowns and meltdowns”

 

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